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nanni baretti - la quarta vittima

Il ritorno di Baretti... Il Commissario in pensione Nanni Baretti

«La spia lampeggiante della segreteria telefonica si rifletteva nella specchiera sulla consolle, al fondo dell’ingresso buio. Nanni Baretti la vide mentre appendeva il mazzo di chiavi al mobiletto accanto alla porta, prima di accendere la luce».

In un’estate uguale a quelle che si ripetono ormai da diversi anni rientra in scena l’amatissimo (oppure odiatissimo, dipende dai punti di vista) Commissario in pensione Nanni Baretti, figlio della penna e della matita di Mario Barale, omone cinico, buona forchetta, anticlericale e a tratti anche un po’ razzista.

Giunto con “LA QUARTA VITTIMA” al quarto capitolo della saga che lo vede protagonista, dopo “All’ombra del salice”, “Attraverso il segreto” e “Il borgo dei pazzi”, il burbero ex-poliziotto si ritrova, dopo l’arrivo di una lettera postuma di Teresa Verrone, un’amica di infanzia, catapultato nel paese natio, ma la spensieratezza e l’armonia di un tempo non sono che un lontano ricordo.

A riportare Baretti nella cittadina delle sue radici non è quindi la nostalgia, bensì il favore chiesto da Teresa di scoprire la verità sulla tragica fine del fratello avvenuta trent’anni prima durante la fuga dal linciaggio di una folla che lo accusava di aver rapito dei bambini.

Tra silenzio, omertà e una malcelata ostilità nei confronti del Commissario, diventato nel frattempo lo straniero impiccione, traccia dopo traccia si susseguono le indagini, che porteranno a un finale inaspettato nel bel mezzo di un’atmosfera segnata da un tema molto forte ma comunque trattato con delicatezza, quello della pedofilia.